In un illuminante ed esaustivo articolo su wired.com, il sempre bravo Brian X. Chen analizza come Angry Birds stia diventando il nuovo Super Mario.
Su Twitter si “postano” torte decorate come Angry Birds. Su YouTube, i genitori postano video dei figli che rifanno Angry Birds dal vero. I conduttori degli show televisivi americani li citano nelle loro battute.
Già si diceva che Angry Birds fosse il nuovo Pac-Man, ma non era ancora abbastanza. La Rovio, app-house del gioco, ha le idee chiare: vuole che Angry Birds diventi un fenomeno di costume; proprio come lo è stato SuperMario di Nintendo.
E allora via con i film, gli easter eggs, un Angry Birds shop, dove comprare giocattoli, T-shirts e custodie iPhone. ma anche un gioco da tavolo Angry Birds.
Per arrivare al livello di Super Mario, ad Angry Birds servono dei cereali da colazione, ampliare ancora di più il game franchising e magari, a sentire il CEO della Rovio, Mikael Hed (nella foto qua sopra, a sinistra), pure le uova Angry Birds.
Peter Vesterbacka, che vedete qui sopra – a destra – ha come titolo sul biglietto da visita “Mighty Eagle” della Rovio. Mi pare un geek marketer motivato a sufficienza…