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Archive for febbraio 2009

Dopo l’articolo su wired.it, in agenzia mi hanno sommerso di domande su come funzioni la tecnologia ultrasonica. Il che mi ha stimolato qualche riflessione extra-pubblicitaria. 

Da un punto di vista filosofico ed etico, l’utilizzo del corpo come veicolo di suoni è un argomento molto interessante da dibattere: è il superamento del corpo come limite, ma anche la sua violazione. 

Questa violazione così palese è l’occasione per domandarci quante violazioni il corpo subisce ogni giorno da stimoli apparentemente meno invasivi, ma terribilmente più invasivi nel loro essere dissimulati: ad esempio le innumerevoli emissioni (cellulari, wifi, radio, CO2, PM10, etc) a cui siamo sottoposti quotidianamente 24 ore su 24.

E’ l’occasione per domandarci se sia così inossidabile la concezione comune del corpo come barriera tra l’interno e l’esterno di noi stessi; e di conseguenza la concezione di individuazione, di identità: che da identità statica e tridimensionale potrebbe diventare identità “osmotica” e meta-dimensionale, frutto di tutto quello che assorbiamo dall’ambiente circostante, sia in termini fisici sia in termini semantici.

Mi fermo qui: il mio blog di filosofia è un altro.

Questo è il mio blog di pubblicità tecnologica. Per cui mi limito a domandare: quando entrate in un negozio o in un supermercato, preferite che a essere violato sia il vostro apparato osseo usato come cassa di risonanza per il tempo brevissimo in cui passate davanti a un certo punto preciso, o i vostri timpani martellati con l’ultimo jingle ripetuto a loop per tutto il tempo in cui fate la spesa?

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Evviva evviva. Appena nato, Geek Advertising è già citato su wired.it

Solo una precisazione, però, su quanto è scritto nell’articolo: Paolo Guglielmoni auspica e persegue un nuovo modo di fare creatività, per indicare il quale ha coniato la definizione “geek advertising” e creato questo blog: non un’agenzia di pubblicità omonima. Per ora, almeno 😉

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ars electronica centre

Sappiatelo. Quando aprirò la mia agenzia di geek advertising, sarà a Linz. Ovviamente, perchè lì c’è uno dei miei paradisi artificiali: l’Ars Electronica Center. Quando ci andai la prima volta, fu per caso. Ne rimasi abbagliato: una fucina di idee, sperimentazioni ed entusiasmo. Il risultato si vede pure nella città che gli sta intorno. Un’allure da ex porto fluviale (Linz sta sul Danubio), mescolato a un mindframe postmoderno proiettato all’intelligenza. 

Questo, perchè la tecnologia non è solo uno strumento, ma un ambiente. Come l’aria, che ormai si dà per scontata, ma che respiriamo. Non la vedi, ma se è inquinata t’intossica; se è pura, ti corrobora. Anche la tecnologia, come l’intelligenza, è così. La respiri: ti corrobora, o ti inquina. 

In Italia, la tecnologia è troppo poco diffusa, e troppo male. Su questo siamo tutti d’accordo, temo. Al di là dell’osservazione in sé banale, il punto è che offre a menti ancora vulnerabili soluzioni troppo veloci, troppo facili. Lo vedo nel mio lavoro: mi arrivano sulla scrivania idee “stile youtube” – divertenti, certo; ma superficiali; raramente adeguate. 

Al contrario, la tecnologia è davvero il passo cruciale per allargare la base dell’intelligenza, e della creatività. La geek advertising si alimenta e prospera in un ambiente dove la tecnologia è come l’aria pura. Frizzante, piacevole, che la senti gonfiarti i polmoni e filtrarti nel sangue, rendendolo più ricco. Così quando arriva al cervello, l’accende. Linz, arrivo!

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Woody Norris ha inventato l’equivalente del laser per il suono: un proiettore ultrasonico che concentra il fascio sonoro in un unico punto. In pratica, lo senti solo se ci passi davanti, perchè il tuo cranio vibra come una cassa di risonanza. Ho subito preso contatto con gli sviluppatori italiani di questa tecnologia: ha delle potenzialità enormi come “in store advertising”. Keep ultra-tuned on this, folks.

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Guardatevi un po’ Kweekies, uno dei vincitori dell’IMGAwards.

Questo per far sapere ai marketing e brand manager di numerose aziende italiane che stanno per diventare mainstream tecnologie per far interagire in maniera innovativa e divertente online il proprio pubblico con le marche, oltre ai soliti giochini da “freccina su e freccina giù”, che nel 2009 quando un utente li vede chiude subito il sito. Occorre che la concezione italiana di pubblicità si evolva finalmente da comunicazione a interazione. La tecnologia ci può aiutare.

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Lego and Metaio are debuting this innovation in stores soon. It uses their augmented reality techniques to let kids see and manipulate an extremely detailed 3D version of the assembled model, by moving the box around in front of the display.

In other words – freaking whoa! I’m definitely going to try and work on this technology for my clients.

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