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Archive for the ‘apple’ Category

Questo è un virale (effetto, non filmato… mi raccomando ;-)): Siri, l’assistente virtuale del nuovo iPhone 4S, usata come partner in un duetto canoro.

Geniale l’idea, che, oltre a essere un divertentissimo video geek, è pure un bel self promotion per l’autore e per la sua app.

Double Kudos!

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Parlavo ieri sera con amici del profluvio di articoli e post, a tratti decisamente fastidioso, su Steve Jobs che ancora sta piovendo online e offline. Eppure, nessuno di loro – tranne un godibilissimo e (almeno da me, visto che è la tesi che stavo appunto sostenendo con i miei amici) condivisibilissimo articolo del New Yorker – ha scritto quella che secondo me è la vera natura del visionario di Cupertino: Steve Jobs è il Miles Davis della tecnologia.

Mi spiego.

Come Miles Davis non era il miglior trombettista della sua epoca, così Steve Jobs non era il miglior “tecnico” della sua epoca. Eppure, entrambi avevano qualcosa che nessun altro possedeva: una visione del futuro.

Miles aveva una visione chiarissima di quella che la musica, secondo lui, avrebbe dovuto essere. E l’ha perseguita cocciutamente, finendo per semplificare il be-bop, e per creare nuovi stili musicali, il jazz modale e la fusion. Così come Steve Jobs aveva una visione chiarissima del futuro dell’IT, semplificando prima il PC con il Mac, e poi creando nuovi gadget rivoluzionari come l’iPod, l’iPhone e l’iPad. Entrambi hanno continuato a perseguire la loro visione del futuro indefessamente, senza fermarsi mai, fino alla fine.

Proprio come Jobs, oltre che visionario, Miles era anche un leader autoritario, con un fiuto eccellente per attrarre attorno a sé i miglior talenti che lo aiutassero a concretizzare la propria visione musicale: il jazz modale di A Kind of Blue non sarebbe probabilmente arrivato alle nostre orecchie senza Bill Evans e Coltrane. Allo stesso modo, l’iMac non sarebbe arrivato sulle nostre scrivanie senza Johnatan Ive, che Jobs notò al proprio ritorno in Apple in qualità di iCeo.

Insomma, Miles Davis e Steve Jobs sono stati dei monumentali band leader. I più grandi di tutti, come si evince dal numero di imitatori che hanno generato: sono stati gli unici, nei rispettivi campi, ad aver fatto scuola.

Nel caso di Jobs, poi, l’espressione “fare scuola” non è solo una metafora: il suo vero lascito, secondo alcuni, oltre ai suoi gadget che Apple ha ancora in pipeline, è infatti la Apple University.

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Steve Jobs è il personaggio che più ho citato negli ultimi 10 anni.
A quanto vedo su Mashable, non sono il solo.
Riporto qua sotto l’elenco, e torno al silenzio:
Jobs quote from 2005 Stanford commencement address. Posted by livinglauren.


Jobs quote from 2005 Stanford commencement address. Posted by heiids.


Jobs quote from 2005 Stanford commencement address. Posted by mondobarbie.


Quote from 2008 interview with Fortune. Posted by snapshotdiaries.


Jobs quote from 2005 Stanford commencement address. Posted by littleredheadgirl.


Jobs quote from 2005 Stanford commencement address. Posted by marleytothe.


Quote from 2003 New York Times article about the iPod. Posted by idiazsosa.


Origin of Jobs quote is uncertain. Writer and critic Phil Patton has said Jobs told him this when they met in 1981. Posted by nickslog.


Jobs quote from 2005 Stanford commencement address. Posted by blogsforjobs.


Jobs quote from 1993 Wall Street Journal interview. Posted by missambear.


Jobs quote from 1989 interview with Inc. magazine. Posted by mrborisduck.


Quote from 2008 60 Minutes interview. Posted by planetickets.


Quote from 1998 BusinessWeek interview. Posted by b-duarte.


Jobs quote from 1995 interview with the Smithsonian Institute. Posted by theaccidentalexecutive.


Jobs quote from 2005 Stanford commencement address. Posted by soupsoup.

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Per salutarvi al rientro dalle vacanze, ecco un bel tributo geek a Steve Jobs.

Joseph Tame ha disegnato un logo Apple correndo 21 km lungo le strade di Tokio: un’opera d’arte di geekrunning fatta con “2 gambe e 2 iPhones”. Un doppio augurio, quindi: a Steve Jobs di rimettersi in sesto e continuare a meravigliarsi con i suoi prodotti, e a me di riprendere a correre quanto prima.

 

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Mi piacerebbe moltissimo avere in agenzia un digital art director in grado di programmare in HTML5. Uno come Nico Engelhardt e Johannes Ippen: gli autori di Aside, la prima rivista fruibile su iPad, che non è un’app. Nel senso che è scritta tutta in HTML5 e si fruisce direttamente su web, con Safari. Niente appstore, insomma.

Che dire? Un’idea eversiva. Un’anomalia nel sistema apple, ma catalizzata da apple stessa – che crede moltissimo nell’HTML5, che spero arricchisca il mondo dell’interazione e della creatività geek (e non solo).

Bravi!

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Pare che Renault sia sbarcata in Italia per prima con una campagna iAd, per la sua city car elettrica, Twizy. Qui sopra il video.

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Prosegue la storica campagna virale Will it blend, di cui abbiamo già parlato.

Questa volta, vittima del frullatore è il nuovissimo iPad2. Buona visione, soprattutto agli amanti di Android 😉

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In un illuminante ed esaustivo articolo su wired.com, il sempre bravo Brian X. Chen analizza come Angry Birds stia diventando il nuovo Super Mario.

Su Twitter si “postano” torte decorate come Angry Birds. Su YouTube, i genitori postano video dei figli che rifanno Angry Birds dal vero. I conduttori degli show televisivi americani li citano nelle loro battute.

Già si diceva che Angry Birds fosse il nuovo Pac-Man, ma non era ancora abbastanza. La Rovio, app-house del gioco, ha le idee chiare: vuole che Angry Birds diventi un fenomeno di costume; proprio come lo è stato SuperMario di Nintendo.

E allora via con i film, gli easter eggs, un Angry Birds shop, dove comprare giocattoli, T-shirts e custodie iPhone. ma anche un gioco da tavolo Angry Birds.

Per arrivare al livello di Super Mario, ad Angry Birds servono dei cereali da colazione, ampliare ancora di più il game franchising e magari, a sentire il CEO della Rovio, Mikael Hed (nella foto qua sopra, a sinistra), pure le uova Angry Birds.

Peter Vesterbacka, che vedete qui sopra – a destra – ha come titolo sul biglietto da visita “Mighty Eagle” della Rovio. Mi pare un geek marketer motivato a sufficienza…

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In risposta al mio precedente quesito sulle competenze iAd in Italia, è venuta in risposta Apple stessa: lanciando un iAd Producer toolkit.
Ora quello che serve sono le idee.
Dai dai dai! (cit.)

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Leggo e rilancio da iPhone Italia: pare che siano in corso i primi test iAd anche in Italia.

Una domanda, tuttavia, mi sorge… ci sono creativi d’agenzia in grado di avere idee e programmare in HTML5? Oppure da noi sarà la solita cosa fatta dal volonteroso smanettone che però non sa nulla di comunicazione (rima geek)?

Non facciamo la fine dei book trailer, pls! Che da noi chiamerei boo trailer, data la qualità creativa.

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