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Posts Tagged ‘movies’

Pare che le scene di nudo di Jessica Alba in ‘Machete’ fossero CGI.

Potrei qui dilungarmi sulla crisi del rapporto mimetico tra arte e realtà (Adornianamente), o sul delitto postmoderno della rappresentazione ai danni del reale (Baudrillaniamente), o su quanto la cinematografia e quindi il nostro immaginario si stia augmentando (Guglielmonianamente). Potrei, ma per vostra fortuna me ne astengo.

Mi limito a sottoscrivere la domanda di SlashFilm: is this the future of film nudity?

PS. In ogni caso, mica le han tolto solo l’underwear (che diventa a ‘sto punto underware?!?) ma pure un filo di pancetta, eh!

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Qui siamo al capolavoro geek. Gli AC/DC (o la Sony Music che li amministra) avevano già dimostrato di essere una Geek Band con Rocks the Office. Ora han fatto davvero le cose in grande, con uno spettacolare progetto di Architectural Projection Mapping sulla facciata del castello di Rochester. Non sto a darvi dettagli. Guardate il video qua sopra e capirete da soli cosa è: un’opera d’arte geek fatta marketing musicale per il lancio di Iron Man 2.

Gli autori sono Seeper, un collettivo di arte e tecnologia che sperimenta nella natural user interaction e nell’ubiquitous computing per creare esperienze multi-sensoriali di ibridazione tra il digitale e il reale. Let there be rock!

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Second Life è stato un mio grande interesse, tre anni fa. L’ho abbandonato senza troppi rimpianti, dopo un paio di esperimenti di discreto successo (qui il link alla mia esposizione di scrittura performativa inworld) . Il punto è che mi sembrava una buona idea, la socialità della 2.0 wave vissuta in un’interfaccia 3D in cui FARE qualcosa di interessante con gli altri utenti. Mentre nei social network gli utenti al massimo si scambiano informazioni, chattano, o comunque il loro “fare” è limitato alla scrittura, in Second Life gli utenti possono costruire, interagire su livelli più articolati e poietici.

Ho conosciuto alcuni avatar con cui sono ancora in contatto, tra cui l’artista Gazira Babeli – nome dietro cui si nasconde uno/una/tanti code performer di altissima levatura. Speravo riuscisse a diventare un modello di geek advertising, ma non è successo. Fine della storia.

E’ con un certo nostalgico piacere agrodolce, quindi, che ho accolto la notizia del primo lungometraggio della storia girato in Second Life. Il film e’ italiano ed e’ stato realizzato da Berardo Carboni, lo stesso regista di Shooting Silvio. Il titolo è VolaVola ed il protagonista è l’avatar Alessandro Haber, che vedete qui in testa e la voce di Sabrina Impacciatore. Qualche informazione in più la trovate qui.

L’esordio non è stato male: il 2 novembre anteprima mondiale a Parigi, durante il machinima festival Atopic.
Anche le note di produzione non sono da sottovalutare: 90′ di durata, 130.000 euro di investimento, e una vocina mi dice che ora si parla anche di una trasposizione live action del film. Insomma, meglio tardi che mai. 3 anni fa Second Life, per il geek marketing, era l’idea giusta al momento sbagliato. Forse ora il momento è giusto. Il tempo – e il movie business – ce lo dirà.

Intanto che aspettiamo, guardatevi il trailer:

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autobot

A chi dice che la Realtà Aumentata è vecchia, dico che dovrebbe cambiare testa. E magari provare quella di Optimus Prime.

Basta loggarsi sul sito promozionale di Trasformers 2: revenge of the fallen, seguire tutte le istruzioni, e piazzarsi davanti alla webcam.

In effetti, da un punto di vista creativo si poteva fare di più. Eppure, il face tracking è proprio ben fatto, e fa il suo effetto. Come anche il distorsore vocale che ti fa parlare con la voce del leader degli Autobots. E infatti, il giochino (che da un punto di vista tecnico, come potete immaginare, giochino proprio non è) ha già fatto il giro di youtube e si candida ad essere un degnissimo virale.

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I gaped at this amazing talk at TED. Una modellazione 3D in motion capture talmente definita da essere ritenuta da tutti un make-up effect, sovrapposta al corpo di altri stunt men che interpretavano il ruolo di Brad Pitt nelle differenti età del personaggio di Benjamin Button.

Gli special effect designers hanno sovrapposto un layer virtuale alla realtà del corpo delle controfigure, aumentandone la fisionomia. Insomma, siete d’accordo con me che la testa di Brad Pitt è un motion capture in realtà aumentata?

Ho fatto un paio di googlate: ad ora che sto scrivendo nessuno ha utilizzato esplicitamente il termine di augmented reality.

Forse è un mio abbaglio, o forse è solo un bisticcio di terminologia.  In ogni caso, è innegabile che la testa di mr. Pitt da vecchio non è un make up effect, bensì un mix di reale e virtuale che ha prodotto sullo schermo un individuo aumentato, un augmented human.

Ed è innegabile che Ed Ulbrich e il suo team hanno svolto un lavoro egregio: portare una tecnologia ad un livello talmente raffinato, che scompare; e così facendo esprimerne il grandissimo potenziale di generare stupore, emozione, curiosità e memorabilità nello spettatore. Sono questi –  stupore, emozione, curiosità e memorabilità – i 4 cardini di una comunicazione efficace e potente. Cardini che la tecnologia permette di esprimere al massimo livello, se usata in modo professionalmente creativo.

That’s what Geek Advertising is all about, folks.  Wow.

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