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Archive for ottobre 2011

ITV è la principale emittente televisiva commerciale nel Regno Unito.
Per competere anche online con la BBC (che ha il suo servizio di streaming, iPlayer), ITV ha lanciato il suo ITV Player, una web TV, un servizio per vedere in VOD / streaming i programmi.*
Il servizio di streaming è commercialmente basato sulla pubblicità, rifilata agli spettatori… a meno che…
la nuova strategia è questa: si può vincere l’esenzione dallo spot se si risponde correttamente ad una domanda.
Ovviamente relativa alla marca di cui siamo esentati dalla visione dello spot.
In sostanza, se dimostriamo di saperla già, ci viene risparmiata la lezioncina.
Mi sa che, tutto sommato, preferisco beccarmi lo spot 😉
Per approfondimenti:
* con tutta una serie di limitazioni, la cui discussione esula da questo post. Se volete guardate cosa ne dice Wikipedia, secondo me per questioni di diritti i contenuti non sono visibili dall’Italia, così come per la BBC.

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Abbiamo già scritto del music trailer: è l’ibridazione del trailer cinematografico con l’industria musicale.

I Mastodon hanno fatto un passo avanti: invece del music trailer, per il loro nuovo album The Hunter, hanno realizzato un full lenght music movie. Non una raccolta di videoclip, ma proprio un “trailerone” lungo quanto il disco completo. Da cui, prevedibilmente, saranno tratti anche i videoclip. Attenzione però, perché in termini di comunicazione, non è la stessa cosa.

Un conto, infatti, sarebbe lanciare il disco, magari con un music trailer; e poi, volta per volta, realizzare i videoclip per lanciare i singoli. Un altro conto, invece, è realizzare da subito un supporto visivo per l’intero album. Da un lato, è un modo per far circolare l’intero album in streaming. Dall’altro, s’inventa un originale linguaggio di marketing musicale.

Ma, soprattutto, permette a me di scrivere un post su una delle più spettacolari band metal degli ultimi anni. Buona visione.

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Dopo il post sull’animazione fatta coi Post-it, mi sembra giusto postare quella che è presentata come la più grande animazione in stop-motion mai realizzata. Dal vivo.
Hanno usato un’intera spiaggia. Think Big.
Peccato che Nokia abbia ben altri problemi, che non la comunicazione.
Il link (tenue?) tra il filmato e il prodotto è che il tutto è stato filmato con un cellulare Nokia (N8).

Un lavoraccio, btw: 16 ore di shooting per realizzare 20 secondi di filmato… e il tempo totale speso sulla spiaggia è stato di circa 5 giorni per la realizzazione del filmato (che non è stato “filmato”, si è trattato di un numero elevatissimo di foto, montate in sequenza, trattandosi di un film di animazione….)

Comunque godetevi questo filmato – vi allego sia lo spot che il making of. Big.

Ma anche Small: visto che Nokia ha anche realizzato il più piccolo filmato in stop-motion del mondo. Dot. Allego anche quello, crepi l’avarizia.

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Col digitale è diventato semplice fare cose prima difficilissime. Quindi, specialmente nell’arte del filmaggio, per attirare l’attenzione su una cosa che un ragazzo può fare da solo in pochi giorni con un computer, bisogna farla difficile, con :
– 25 Animatori
– 5 Mesi
– 350,000 Post-it.
Si è così realizzato un filmato per Melissa, marca brasiliana che fabbrica scarpette di plastica molto fashion – anche in collaborazione con Vivienne Westwood e altri grossi nomi.
Insomma, ecco il film che è carino ed è stato realizzato in uno dei negozi aziendali (e meno male, avete presente quanto costano 5 mesi di affitto di un teatro di posa ? 😉 che è poi stato lasciato ai pennarelli dei passanti 🙂

Un bel co-marketing anche per 3M, btw.

Del film sono stati ricavati diversi “tagli”, dallo spot da 30″ al making of. Occhio e croce sono andati vicini a fare un milione e centomila views, quindi abbastanza virale. Ovvio che quello che conta qui è fare “buzz”…

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Parlavo ieri sera con amici del profluvio di articoli e post, a tratti decisamente fastidioso, su Steve Jobs che ancora sta piovendo online e offline. Eppure, nessuno di loro – tranne un godibilissimo e (almeno da me, visto che è la tesi che stavo appunto sostenendo con i miei amici) condivisibilissimo articolo del New Yorker – ha scritto quella che secondo me è la vera natura del visionario di Cupertino: Steve Jobs è il Miles Davis della tecnologia.

Mi spiego.

Come Miles Davis non era il miglior trombettista della sua epoca, così Steve Jobs non era il miglior “tecnico” della sua epoca. Eppure, entrambi avevano qualcosa che nessun altro possedeva: una visione del futuro.

Miles aveva una visione chiarissima di quella che la musica, secondo lui, avrebbe dovuto essere. E l’ha perseguita cocciutamente, finendo per semplificare il be-bop, e per creare nuovi stili musicali, il jazz modale e la fusion. Così come Steve Jobs aveva una visione chiarissima del futuro dell’IT, semplificando prima il PC con il Mac, e poi creando nuovi gadget rivoluzionari come l’iPod, l’iPhone e l’iPad. Entrambi hanno continuato a perseguire la loro visione del futuro indefessamente, senza fermarsi mai, fino alla fine.

Proprio come Jobs, oltre che visionario, Miles era anche un leader autoritario, con un fiuto eccellente per attrarre attorno a sé i miglior talenti che lo aiutassero a concretizzare la propria visione musicale: il jazz modale di A Kind of Blue non sarebbe probabilmente arrivato alle nostre orecchie senza Bill Evans e Coltrane. Allo stesso modo, l’iMac non sarebbe arrivato sulle nostre scrivanie senza Johnatan Ive, che Jobs notò al proprio ritorno in Apple in qualità di iCeo.

Insomma, Miles Davis e Steve Jobs sono stati dei monumentali band leader. I più grandi di tutti, come si evince dal numero di imitatori che hanno generato: sono stati gli unici, nei rispettivi campi, ad aver fatto scuola.

Nel caso di Jobs, poi, l’espressione “fare scuola” non è solo una metafora: il suo vero lascito, secondo alcuni, oltre ai suoi gadget che Apple ha ancora in pipeline, è infatti la Apple University.

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Scelta di comunicazione un po’ curiosa, questa cartolina distribuita da Ford alla Social Media Week.
Dal punto di vista strategico è abbastanza intuitivo pensare che alla SMW (trattandosi di un evento centrato su ambiti fortemente tecnologici) ci sia una forte presenza di addetti ai lavori e che questi siano in buona parte abbastanza Geek.
Attenzione, Geek, non Nerd (qual’è la differenza? ad esempio, si veda qui)
Ora, se uno è Geek (e molti degli addetti ai lavori del Social Media che conosco lo sono), è generalmente fiero di esserlo. Vede questa sua caratteristica come positiva.
Trovarsi di fronte un’azienda che invita a non “sproloquiare come un Geek” sa un filino di insulto, non trovate? 🙂
Si potrebbe immaginare che Ford cerchi di ricavarsi un positioning rassicurante su dei target poco trend setter o innovatori, “democratizzando” la tecnologia. Lecito, ma perché farlo proprio alla SMW?
Il sospetto, se uno dovesse fare un’analisi è che più che democratizzarla questa tecnologia, rischino di banalizzarla,  prendendo in giro quelli che la abbracciano con passione; e quindi, secondo Ford noi geek che  “parliamo strano” siamo un po’ pirla? 😉
Non vorrei dover pensare alla strategia molto italiana di schiacciare verso in basso il livello e mettere un po’ alla berlina quelli che “hanno studiato” o che sono comunque più avanti… glamourizzando la mediocrità e la banalità del poco colto; e qualche sociologo potrebbe trovarci tracce di velinismo / tronismo, ma non esageriamo. Anche se indubbiamente, veline e tronisti (ed escort – trattandosi di Ford la battuta è inevitabile) di sicuro geek non sono.
Scherzi a parte è un approccio di comunicazione e posizionamento lecito, nessuno pretende che debbano fare progetti di Geek Advertising; però mi sembra buffo parlare male di Geek ad un raduno di addetti ai lavori… un po’ come prendere in giro quelli che bevono vino ad una rassegna enologica.

 (poi, per carità, non facciamone un caso, sono solo due cartoline che non so quanti avranno visto… è l’approccio strategico che mi lascia perplesso…)

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Steve Jobs è il personaggio che più ho citato negli ultimi 10 anni.
A quanto vedo su Mashable, non sono il solo.
Riporto qua sotto l’elenco, e torno al silenzio:
Jobs quote from 2005 Stanford commencement address. Posted by livinglauren.


Jobs quote from 2005 Stanford commencement address. Posted by heiids.


Jobs quote from 2005 Stanford commencement address. Posted by mondobarbie.


Quote from 2008 interview with Fortune. Posted by snapshotdiaries.


Jobs quote from 2005 Stanford commencement address. Posted by littleredheadgirl.


Jobs quote from 2005 Stanford commencement address. Posted by marleytothe.


Quote from 2003 New York Times article about the iPod. Posted by idiazsosa.


Origin of Jobs quote is uncertain. Writer and critic Phil Patton has said Jobs told him this when they met in 1981. Posted by nickslog.


Jobs quote from 2005 Stanford commencement address. Posted by blogsforjobs.


Jobs quote from 1993 Wall Street Journal interview. Posted by missambear.


Jobs quote from 1989 interview with Inc. magazine. Posted by mrborisduck.


Quote from 2008 60 Minutes interview. Posted by planetickets.


Quote from 1998 BusinessWeek interview. Posted by b-duarte.


Jobs quote from 1995 interview with the Smithsonian Institute. Posted by theaccidentalexecutive.


Jobs quote from 2005 Stanford commencement address. Posted by soupsoup.

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