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Posts Tagged ‘iphone’

Ammesso e non concesso che le persone vogliano davvero “interagire” con i prodotti (e di questo parlerò in un mio prossimo articolo), allora questo è un buon esempio.
Cadbury, notissima azienda di confectionery e snack ha utilizzato un software di realtà virtuale (Blippar) per trasformare le proprie barrette in giochi per lo smartphone, in un classico esempio di Geek Advertising.
Vista la voglia di giocare (quella sì, incontestabile) delle persone – ben dimostrata in ultimo da prodotti come Angry Birds, tanto per fare un esempio – ha molto senso affrontare la strada dell’advergaming o se volete fare più i fighi, della Gamification.
La domanda è: che impatto ha giocare con una barretta di cioccolato sul business della detta baretta? Un effetto di branding? Di creazione di simpatia e quindi in un qualche modo, di preferenza, esclusività del consumo, di una maggiore frequenza di acquisto….?
Vale la pena di fare questa operazione sperando che qualcuno acquisti qualche barretta che altrimenti non avrebbe comprato, per il puro gusto di provare i vari giochini?
Di certo il mantra che ci ripetiamo da decenni è che più tempo la gente passa con gli occhi e la testa sul nostro prodotto, meglio è per il business.
D’altra parte, visti anche i budget, sicuramente non paragonabili a quelli dell’adv, fare un po’ di sperimentazione, buttare un po’ il cuore oltre l’ostacolo e fare un po’ di stranezze può essere una buona idea, anche dal punto di vista business. Se vogliamo, definiamola “creatività”.
Anche perché le sorprese, per definizione, non si sa mai da dove possono venire.

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Che Instagram sia un fenomeno di rilievo ormai non c’è nessun dubbio – e se si sbrigano a fare una versione per Android potrebbe almeno raddoppiare se non triplicare il suo uso.
Se pensiamo che in 9 mesi dal lancio ha permesso alle persone di scattare e condividere oltre 150 milioni di foto…
Al di là dei numeri è però diventato anche un fenomeno culturale; anche se la maggior parte delle opere che si vedono sono brutte foto mal scattate che vengono in qualche maniera salvate dai filtri creativi, c’è chi scatta e condivide delle gran belle foto.
Foto che per la prima volta sono raccolte in una mostra a Londra, organizzata da una sorta di setta che si chiama “Instagrammers”, che organizza attività attorno a questo software – tipo photowalks e altra roba interessante.
(A Milano si sono incontrati il 24 settembre)
Comunque, la mostra si chiama “My World Shared“ se passate da Londra magari fateci un salto e mi dite com’è.
Per approfondimenti, leggete qui.
Enjoy

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Ancora a parlare di Pringles, questa volta di un progetto internazionale, un’app per iPhone e Android: Pringles Crunch Band.
L’app non è terribilmente innovativa, è semplicemente un…simulatore di strumenti musicali, ci potete far finta di suonare la chitarra elettrica etc.Ed eventualmente postare le vostre prodezze musicali su Facebook (of course).
Abbastanza basica, ma può avere un qualche senso per fare un po’ di casino con gli amici, ognuno con uno smartphone e quindi uno strumento diverso (altamente raccomandabile accompagnare il tutto con copiose quantità di birra, per ridurre le aspettative).
L’idea interessante (dal punto di vista marketing più che da quello dell’utente) è che inizialmente sull’app sono disponibili solo pochi strumenti.
Scansionando con lo smartphone i barcodes sulle confezioni di Pringles si possono però sbloccare altri strumenti. Legando quindi un po’ di più l’app con il prodotto e le vendite.
Non che sia convinto che questo farà vendere molti più tubi di snack, ma ho sempre più forti dubbi su app che fanno un generico “branding” restando molto, troppo staccate da marca e prodotto… (per capirci: quelle che lo sviluppatore potrebbe vendere sostanzialmente uguali ad un’altra marca in un’altra categoria merceologica).
Se mi promettete di mandar giù due o tre birrette prima di guardarlo, vi allego anche il video di presentazione dell’app…e il “rocktutorial” (mah).

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Quello che i QR codes promettevano ma fanno fatica a mantenere, ce lo darà senza fatica una nuova tecnologia (disponibile già ora)? Google ci scommette.
I QR Codes, così come la Realtà Aumentata, sono uno di quei concetti di cui intuiamo il potenziale ma, come comunicatori, stiamo facendo ancora fatica a trovarne l’applicazione killer; un po’ perché mancano le idee ed è tutto oggettivamente da inventare; un po’ perché la tecnologia, detto francamente, non ci aiuta.
I QR Code sono abbastanza complessi da usare e questo frena la loro utilità in campo marketing. Adesso però arriva NFC, una tecnologia che permette di fare la stessa cosa semplicemente avvicinando il proprio telefono ad un oggetto, senza dover smanettare troppo…
già disponibile di serie su Nexus S (il Googlefonino di seconda generazione) e probabilmente su iPhone 5
Su questo tema ho scritto un articolo per Apogeo che se vi interessa potete leggere qui.

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Oggi esordisce iAd in Europa, con Renault. Eccone il video.

(via iPhone Italia)

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OK, non ho resistito. Mi sono messo in casa l’AppleTV 2.

Sorvolo su quanto è strepitosa. Sì, è tutto quello che immaginate se avete seguito il consueto parapiglia bloggarolo.

Rispetto a quanto avevo favoleggiato in un precedente post, però, l’Apple TV 2 non ha iOS. Non ancora, mi vien da scrivere, dato che ha lo stesso processore di iPhone4 e iPad e quindi sembra pensata per avere pure lo stesso OS.

Attenzione, le idee non devono solo essere belle, ma anche giuste, soprattutto quanto a tempismo. Pensateci: sono ormai in commercio Kinect di Xbox, Move di Playstation, e ovviamente la Wii di Nintendo. Il mercato del videogaming si è definitamente spostato verso il territorio di cui l’iPhone 4 è autorità somma: disponendo di un’accoppiata accelerometro+giroscopio (+GPS+triangolazione wifi+touchscreen per diventare pure un pad di controllo totale). Ci siete già arrivati da soli, spero: quando l’iOs approderà nell’Apple TV 2 sarà  – oltre che per aprire  iAd  alla TV –  per renderla la console Apple per il videogaming domestico.

Dico, avete presente le recenti sperimentazioni iOS con l’Unreal engine?

Creativi geek, sotto a pensare a strepitosi advergame da salotto!

PS. Preconizzo l’istituzione di una categoria “advergame” nei premi creativi che contano…

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Non so se l’iAd per Nissan Leaf sia proprio il primo del suo genere, ma sicuramente è il primo che mi piace.

Ne abbiamo già scritto e parlato: iAd è IL medium del futuro prossimo. Come al solito, me ne taccio e vi lascio godere il video.

(via Autoblog Green)

PS.

considerato che in Italia ho visto solo iAd che sono dei deludenti jpeg, credo i tempi siano maturi per creare agenzie specializzate in creatività in-app. O vogliamo farci fregare budget e opportunità creative da piccole digital agencies australiane??? Dite che non ci sono creativi all’altezza? Parliamone… (colonna sonora di questo PS: Rage against the machine, Wake-up! ;-))

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Su melablog hanno segnalato una campagna ambient davvero divertente ed efficace per il lancio dell’iPhone4.

Sì, vabbè, ma che ha di geek? – chiederete voi. Beh, la foto è stata diffusa su Twitter; e poi, in realtà è una photoshoppata clamorosa… 😉

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Roberto mi ha battuto sul tempo. Quindi lo linko. A Milano si iniziano a notare i primi (vedi foto) esempi di proximity marketing geolocalizzato. Su Foursquare. Speriamo non sia solo un giochino, ma un inizio.

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In un precedente post avevamo scritto dell’app store dell’iPhone OS 3.0 come di un nuovo medium pubblicitario.

Avevamo talmente ragione, che Apple è andata oltre: l’iPhone OS 4.0, in uscita per l’estate, conterrà una vera e propria piattaforma pubblicitaria nativa. Si chiama iAd, e Steve Jobs ha dichiarato che sarà mescolerà l’emozione di uno spot televisivo con l’interattività del web.

In pratica, mentre ora i banner pubblicitari all’interno di un’app rimandano a una pagina web al di fuori dell’app stessa, con iAd i banner, una volta cliccati, diventeranno applicativi pubblicitari loro stessi – restando all’interno dell’app, che diventa quindi uno spazio media. Apple, oltre alla tecnologia, ha ovviamente già pronto anche il business model: venderà gli spazi pubblicitari e gli sviluppatori avranno il 60% degli introiti.

Dopo il mondo dei computer, della musica, della telefonia e dell’editoria, Apple si prepara rivoluzionare anche il mondo della pubblicità online?

PS. Io, intanto, mi frego le mani pensando alle occasioni creative e strategiche che questa piattaforma consentirà.

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