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Wiki è la parola che più rappresenta questa fase del nuovo millennio. La fase veloce, partecipativa, cognitivamente collettiva. La partecipatività sta ridefinendo la nostra intelligenza, la nostra identità, il nostro modo di comunicare: anche in pubblicità.

Per questo è importante che un libro come WikiBrands, di Moffit e Dover, sia arrivato in Italia: segna un minestrone nella riflessione sul mestiere della comunicazione.

Leggetene la quarta di copertina e capirete:

Il brand continua a rappresentare un valore fondamentale per il business solo se saprà abbracciare pratiche di comunicazione realmente innovative, in una difficile transizione dall’immagine alla relazione. Con l’affacciarsi sul mercato di una nuova generazione di nativi digitali, col passaggio della maggior parte dell’informazione dalle mani delle aziende a quelle delle singole persone e con l’emergere di nuovi comportamenti culturali dettati dalle nuove tecnologie, il marketing si espone a una sfida epocale, individuando strategie basate sull’engagement con i consumatori, sulla collaborazione e persino sulla condivisione della proprietà del brand.

Wikibrand è una chiamata alle armi, una guida strategica e una road map verso il futuro. Un appello alle aziende a spostare l’attenzione da ciò che fanno (pubblicità, comunicazione, vendite) a come lo fanno (connessione, partecipazione, brand engagement).
Il libro, frutto degli studi di due tra i maggiori esperti mondiali di media e marketing, spiega come sfruttare i nuovi modelli di business, le tecnologie e le community di appassionati online, fornendo centinaia di esempi e testimonianze dirette di casi di successo.

Che lavoriate in un’azienda ormai consolidata o che siate alle presa con il lancio di una start up, questo libro saprà offrirvi numerosi spunti e suggerimenti:

  • come creare engagement con i consumatori attraverso il passaparola e i contenuti generati dagli utenti;
  • come generare un’esperienza condivisa di valutazioni, recensioni e cultura online;
  • come costruire una comunità mediante il microblogging e il crowdsourcing.
  • come stabilire una connessione veramente autentica e capace di creare valore.

Destinato a imprenditori e manager, ma anche ai responsabili di marketing e comunicazione che dovranno dirigere questo cambiamento, Wikibrands è uno strumento prezioso anche per gli esperti del digitale, gli studiosi di comunicazione e per chiunque sia interessato a capire come le aziende leader siano costantemente alla ricerca del coinvolgimento del proprio pubblico”.

E’ da diverso tempo che si parla di questo progetto. Sicuramente è da diverso tempo che parlo di questi argomenti con il mio amico e collega Matteo Righi, nelle serate ADCI: discutendo su quanto sia cambiato lo scenario della creatività nel mondo, di quanto occorra ragionare in maniera “partecipativa” e tecnologica se si vogliono produrre idee davvero potenti e rilevanti per le persone. Soltanto idee concepite in questo modo possono davvero alimentare la conversazione, far parlare le persone, facendo parlare anche di sé.

Per questo, per entrambi è stato una piacevolissima sorpresa essere coinvolti, come autori di case history “partecipative” italiane (la mia è l’evento, realizzato dopo la mia uscita da Leo Burnett, Happy Birthday Web, e la prima torta di compleanno in realtà mista: realizzato da MEME, l’agenzia virtuale “partecipativa” che ho creato per l’occasione assieme a Paolo Costa), da Marco Lombardi, presidente Y&R e docente IULM, puntuale e appassionato curatore dell’edizione italiana del volume.

E visto che di “era della partecipazione” si parla, non fermatevi a questo post, ma leggetevi anche quello di Matteo Righi, di Luca de Biase; e partecipate alla conversazione su twitter e su facebook.

Una lettura geekadvertising, senza dubbio.

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